mercoledì 23 aprile 2014

ARTICOLO DI GIORNALE

E' un testo a carattere informativo - argomentativo, diffusosi nella pratica scolastica a partire dal 1998, con l’entrata in vigore della nuova normativa sugli esami di Stato, che lo ha introdotto tra le tipologie testuali della prima prova scritta di Italiano. In esso l’articolista racconta o commenta una notizia, un evento, una tematica particolare, riportando le varie opinioni opportunamente documentate.

TIPOLOGIA DI ARTICOLO. Esistono varie tipologie di articolo di giornale, che si distinguono sia per il contenuto che per le caratteristiche formali. La distinzione fondamentale è tra :
 L’ARTICOLO D’OPINIONE, che si presenta come un commento, una riflessione su una notizia ed ha carattere essenzialmente argomentativo, poiché il giornalista espone una propria tesi e la argomenta portando a testimonianza i fatti. Appartengono a questa tipologia: l’articolo di fondo, l’editoriale, l’articolo culturale, l’articolo di carattere socio-economico.
 L’ARTICOLO DI CRONACA, che ha un carattere prevalentemente espositivo-informativo ed ha lo scopo di fornire una notizia documentandola e contestualizzandola.

TIPI DI ARTICOLI. In generale gli articoli di giornale si distinguono in
1) articolo di cronaca 2) articolo di opinione 3) articolo culturale 4)recensione 5)intervista


IL TITOLO

Il titolo di un articolo di giornale deve mirare a catturare l’attenzione del lettore, invogliare alla lettura e sintetizzare il contenuto. E’ composto, generalmente, di frasi nominali e consta di tre parti:
1.L’OCCHIELLO, composto in corpo minore, che anticipa il titolo vero e proprio e informa sul “dove” si è svolto l’evento
2.IL TITOLO CENTRALE, che serve ad evidenziare al massimo la notizia e contiene le informazioni principali (il “chi” e il “cosa”)
3.IL SOMMARIO, che fornisce una breve sintesi del contenuto dell’articolo (di solito espone il “perché”.

LE CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: dal punto di vista linguistico, la sintassi varia e appare più o meno complessa a seconda della destinazione editoriale (quotidiano, rivista specializzata, quotidiano economico) e del contenuto dell’ articolo che si assume a modello di riferimento (articolo di cronaca o articolo d’opinione). Pertanto, il lessico e lo stile assumono un carattere particolarmente specifico. Si possono tuttavia indicare alcune caratteristiche comuni del linguaggio giornalistico:
1. La brevità delle frasi, collegate tra loro per lo più da paratassi
2. La precisione lessicale
3. La scorrevolezza
4. L’esattezza nel riportare fatti e notizie, citando le fonti da cui le notizie sono tratte
5. L’uso di un linguaggio accattivante, che mantenga sempre viva l’attenzione del lettore.

DESTINAZIONE EDITORIALE - OCCASIONE: quotidiano; rivista divulgativa a carattere artistico- letterario, storico- politico, socio-economico, tecnico-scientifico; rivista specialistica; giornale scolastico. Occasione: Mostre, anniversari, convegni di studi.

ESEMPIO DI COMPONIMENTO - TIPOLOGIA B: ARTICOLO DI GIORNALE

AMBITO: socio-economico
OCCHIELLO: il cambio al vertice Fiat alla vigilia del piano industriale
TITOLO: Elkann alla presidenza Fiat
SOTTOTITOLO ( sommario) : Montezemolo lascia la Fiat dopo sei anni

DESTINAZIONE-TIPOLOGIA DI ARTICOLO: Articolo di primo piano della prima pagina di un quotidiano. Articolo di carattere socio-economico (articolo d’opinione, a carattere argomentativo).


TIPI DI ARTICOLI

ARTICOLO DI CRONACA.
TIPOLOGIA DI TESTO: a carattere narrativo, descrittivo ed informativo.
LESSICO: quotidiano
SINTASSI: semplice e lineare

L’ articolo di cronaca è un testo a carattere narrativo che ha lo scopo di informare su un argomento, riportando le informazioni in sequenza e fornendo i seguenti dati:
1) Descrizione dell’evento
2) Dove si è svolto
3) Quando si è svolto
4) Protagonista della vicenda
5) Perché è avvenuto
Un fatto di cronaca deve essere individuato da 5 variabili che il giornalismo anglosassone ha definito le 5 W : who (di chi si parla); where ( dove è avvenuto il fatto); when (in quale tempo è avvenuto il fatto); what (di quale evento si parla); why (quali sono le cause e gli scopi dell’evento).
Ad esse si aggiunge, poi, una sesta domanda:
how? (con quali modalità si è svolto il fatto?), per cui la formula dello schema di un articolo di cronaca è così indicata: 5 W + 1 H

LA STRUTTURA DELL’ARTICOLO DI CRONACA segue generalmente uno schema tripartito, che si compone di
1. Un inizio, detto anche attacco o lead (l’introduzione)
2. Uno sviluppo (corpo centrale)
3. Una conclusione, o chiusura
Un ruolo fondamentale nell’articolo di cronaca è dato prorio dal LEAD, che, insieme al TITOLO, ha lo scopo di mettere in luce gli elementi di maggior rilievo dell’articolo stesso e indurre il lettore a proseguire nella lettura. Per questo il lead merita particolare attenzione nella sesura: deve essere semplice, chiaro, conciso ma estremamente incisivo e contenere in qualche moso già un sunto della notizia, con le 5 W.


ARTICOLO DI OPINIONE: Fornisce l’interpretazione di un fatto di cronaca o di attualità-costume. TIPOLOGIA DI TESTO: ARGOMENTATIVO
LINGUA E STILE: SINTASSI COMPLESSA /VARIA

Può assumere la forma di:
1) EDITORIALE: così chiamato perché è scritto e firmato dal direttore del giornale, è l’articolo di opinione per eccellenza , stampato sulla colonna sinistra di un quotidiano oppure in apertura di una rivista divulgativa. L’editoriale rappresenta l’orientamento ufficiale di quel giornale in base ad un fatto di attualità
2) ARTICOLO DI FONDO: si sostituisce spesso all’editoriale. Esso è collocato in alto a sinistra della prima pagina e prosegue nelle pagine dopo. Esso non è scritto necessariamente dal direttore del giornale, tuttavia riflette l’orientamento del giornale stesso.
3) ARTICOLO DI SPALLA: si presenta come un compromesso tra l’ articolo di cronaca e quello di opinione. Tratta temi di attualità, ma ha un taglio di più ampio respiro. Esso è collocato sulla colonna destra della prima pagina e spesso ha il compito di rafforzare l’argomento trattato nell’articolo centrale. Attualmente è spesso sostituito da brevi articoli detti “civetta” ( articoli di richiamo).
4) ARTICOLO DI TAGLIO: così chiamato perché pubblicato a mezza pagina, su più colonne. Può essere collocato non necessariamente nella prima pagina, e a seconda della sezione del giornale in cui esso è collocato ( PRIMO PIANO- CRONACA- ECONOMIA- SCIENZA- CULTURA E SPETTACOLO- SPORT), si occuperà di attualità, di cronaca etc..
5) ARTICOLO CULTURALE. Spesso anche l’articolo culturale può presentarsi come un articolo d’opinione ed assumere un’impostazione prevalentemente argomentativa.

ARTICOLO CULTURALE: è incentrato su un avvenimento o fenomeno a carattere culturale. E’ destinato ad un quotidiano nella sezione dedicata alla cultura ( la cosiddetta “terza pagina” ) oppure è destinato ad una rivista divulgativa a carattere storico, politico, letterario.
TIPOLOGIA DI TESTO: espositivo argomentativo
LESSICO: SINTASSI COMPLESSA / VARIA
L’articolo culturale può assumere la forma di Elzeviro ( perfetto per l’ ambito artistico letterario, collocato in una terza pagina del quotidiano).
RECENSIONE: ha lo scopo di informare sull’uscita di un libro, apertura di una mostra, evento, spettacolo. Fornisce anche un giudizio personale sull’evento stesso. Esso può essere collocato nella terza pagina, in una rivista culturale divulgativa o specialistica.
TIPOLOGIA: descrittivo-espositivo
LINGUA E STILE: SINTASSI VARIA

INTERVISTA: conversazione, scambio di domande e risposte tra un giornalista e una persona le cui dichiarazioni e opinioni sono destinate ad essere diffuse pubblicamente, attraverso la stampa o anche la radio e simili.

lunedì 7 aprile 2014

AGLI ALUNNI DELLA IV E

Carissimi, secondo quanto stabilito insieme, domani (08/04) un'ora di Italiano, un'ora di Latino. VERIFICHE ORALI

ANCORA SUI PRONOMI - lezione dell' 8 aprile 2014

LE COPPIE DI PRONOMI COMPLEMENTO
I Pronomi personali complemento atoni mi, ti,lo, gli,le,ci,vi,li, loro, ne,le, loro, ne possono essere usati in coppia.
MI + LO, LA,LI,LE,NE = ME “Me lo fai un favore?”
TI + LO, LA,LI,LE,NE = TE “ Te ne ho già parlato”
CI + LO, LA,LI,LE,NE = CE “Ce lo fai un favore?”
VI + LO, LA,LI,LE,NE = VE “ve la porto a casa”
GLI + LO, LA,LI,LE,NE = GLIELO, GLIELA, GLIELI,GLIELE, GLIENE “Glielo dico io, gliene parlerò domani”.


I PRONOMI PERSONALI RIFLESSIVI
I pronomi personali riflessivi si utilizzano nella forma riflessiva del verbo, quando cioè l’azione compiuta dal soggetto si riflette sul soggetto stesso “Io mi lavo= io lavo me stesso”

PRONOMI PERSONALI RIFLESSIVI

I persona= mi
Singolare II persona= ti
III persona Forma forte = Sé
Forma debole = SI

Plurale I persona= ci
II personA= vi
III persona Forma forte= Sé
Forma debole= SI

Le forme riflessive di I e II persona singolare e plurale sono MI, TI, CI, VI “mi lavo, ci laviamo”
Le forme riflessive di III persona sing e plur sono SE’- SI “ si lava, si lavano”
Il pronome riflessivo SI + lo, la, li, le, ne = SE “se ne può fare a meno”





PRONOMI E AGGETTIVI
I PRONOMI POSSESSIVI (mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro, altrui) e QUELLI IDENTIFICATIVI (stesso, medesimo), ALCUNI PRONOMI DIMOSTRATIVI, INDEFINITI, INTERROGATIVI, ESCLAMATIVI hanno la stessa forma e le stesse caratteristiche degli AGGETTIVI corrispondenti.



PRONOMI DIMOSTRATIVI – questo codesto, quello, costui,costei, costoro, colui, colei, coloro, ciò.
I Pronomi dimostrativi hanno la funzione di indicare qualcuno o qualcosa ( funzione deittica), oppure di richiamare qualcuno o qualcosa di cui si è già parlato in precedenza ( funzione anaforica).
 Questi è solo Pronome, significa “questa persona”: è usato solo al maschile sing. ed ha funzione di soggetto.
 Costui, costei, costoro sono solo Pronomi riferiti a persona, con funzione di soggetto o di complemento, con valore spregiativo: “Costui mi assilla”, “Guarda costui che viene”.
 Colui, colei, coloro corrispondono per significato al pronome-aggettivo “quello”; sono solo Pronomi riferiti a persona con funzione di soggetto o di complemento “Colui che parla è un mio amico”.
 Ciò è invariabile significa “questa/ quella cosa” “queste/quelle cose” : “ sono stanco di ciò; ciò che dici è vero”.


PRONOMI INDEFINITI
I Pronomi Indefiniti hanno la funzione di indicare in modo generico la quantità o l’identità della persona o della cosa specificate dal nome che essi sostituiscono. Alcuni pronomi indefiniti sono anche aggettivi – poco, nessuno, alquanto, parecchio, tanto, altrettanto, molto, troppo, tutto, alcuno, ciascuno, tale, certo, diverso, vario, ecc.
Altre forme di pronomi indefiniti hanno solo la funzione di pronomi. Essi sono:

Uno, Una è solo Pronome, indica in maniera generica una sola persona, con funzione di sogg-complemento “ Ho visto uno che ti assomiglia”
Qualcuno, Qualcuna è solo Pronome, si usa solo al sing e corrisponde all’aggettivo “qualche”
 Ognuno, Ognuna è solo Pronome, si usa solo al singolare
Chiunque è solo Pronome, ha una forma unica sing-plur/ masch-femminile e corrisponde all’aggettivo “qualunque”. Ha anche il valore di Pronome misto.
Qualcosa è solo Pronome
Altri è solo Pronome, significa “Un’altra persona”, è solo sing. E vale sia per il masch-femminile “ non credo che altri avrebbe detto la verità”
Niente-Nulla è solo Pronome, significano “ nessuna cosa”.

L’ ETA’ NAPOLEONICA - Lezione di collegamento (08/04/2014)


Il periodo storico tra  la rivoluzione francese (1789) e il Congresso di Vienna (1814-15) può essere definito:
§  ETA’ NEOCLASSICA  O PREROMANTICA
§  ETA’ NAPOLEONICA
Napoleone Bonaparte (Ajaccio, 15 agosto 1769Isola di Sant'Elena, 5 maggio 1821) ottenne il consolato a vita il 2 agosto 1802 grazie ai numerosi successi militari; provvide a far approvare una nuova Costituzione che prevedeva la perdita di ogni forma di democrazia; il 2 dicembre 1804 fu incoronato Imperatore  a Parigi dal papa Pio VII. Il 2 dicembre  1804 nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, fu celebrata la cerimonia di incoronazione: dopo che le insegne imperiali furono benedette da papa Pio VII, Napoleone incoronò prima se stesso imperatore dei Francesi, e quindi imperatrice sua moglie Giuseppina di Beauharnais.
PRIMA  FASE :   1796-1799
A partire dal 1796 Napoleone Bonaparte inizia la campagna militare  in Italia:
 creazione della Repubblica transpadana (Lombardia), della Repubblica cisalpina (Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia), cessione del Veneto all’Austria con il Trattato di Campoformio (18 ottobre 1797), instaurazione della Repubblica partenopea, della Repubblica romana con la fuga del Papa in Toscana. Caduta delle Repubbliche giacobine riconquistate dall’esercito di Ferdinando IV di Borbone in collaborazione con l’ammiraglio Nelson.
SECONDA FASE :  1800-1805
Proclamazione della  seconda Repubblica cisalpina allargata territorialmente a spese del  Piemonte e del Veneto (ancora sotto il dominio austriaco); ricostituzione della Repubblica ligure; nascita della Repubblica italiana (1802) con capitale Milano.
            TERZA FASE :  1805-1814
Napoleone Bonaparte si proclama re d’Italia; fallimento dell’impresa napoleonica in Russia (1812).  Con la disfatta di Lipsia (1813) e quella di Waterloo (1814) crolla definitivamente l’ Impero napoleonico   e l’Italia torna sotto l’egemonia austriaca. Napoleone fu esiliato dapprima all’isola d’Elba (maggio 1814), poi all’isola di sant’Elena,  dove morì il 5 maggio 1821.
Il 19 luglio 1821, poco dopo aver appreso la notizia della morte di Napoleone, Alessandro Manzoni scrisse la famosa ode Il cinque maggio, che ebbe una forte risonanza in tutta Europa e che fu tradotta in tedesco da Johann Wolfgang Goethe.

« Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro,così percossa, attonita la terra al nunzio sta, muta pensando all'ultima ora dell'uom fatale; né sa quando una simile orma di pie' mortale la sua cruenta polvere a calpestar verrà. »
(da Il cinque maggio di Alessandro Manzoni)

LA CULTURA ITALIANA NELL'ETA' NAPOLEONICA: NEOCLASSICISMO E PREROMANTICISMO - Lezione di collegamento (08/04/2014)


Ø  L’ETÀ NAPOLEONICA, sotto il profilo artistico-letterario assume il nome di NEOCLASSICISMO.
Nella storia della cultura il termine “classico” fa riferimento al patrimonio culturale pagano, greco-romano; per Classicismo intendiamo un movimento di  studio,  di ammirazione ed imitazione delle opere antiche considerate modello insuperabile di perfezione stilistica e formale, ma anche patrimonio di integrità morale, di onestà e rettitudine. Ciò che è definito “bello” per i Neoclassici deve essere anche “buono”, deve cioè trasmettere ideali elevati, valori etici e non soltanto estetici.
 L’aggettivo “classico” deriva dal latino classis(=classe) che in età monarchica indicava le 5 classi sociali in cui erano divisi i cittadini romani in base al censo; Aulo Gellio nel II sec. d.C. definisce  classicus auctor un autore perfetto, degno di essere imitato,  appartenente alla prima delle 5 classi indicate da Servio Tullio ( sesto re di Roma,  578 a.C. al 539 a.C.).
  Il Neoclassicismo consiste, dunque, nel ritorno al culto e all’imitazione dell’arte classica (Grecia antica, età repubblicana di Roma, età augustea) ed interessò tutte le manifestazione dello spirito dell’epoca: la letteratura, le arti figurative , la vita politica, la moda il costume.
 La genesi storica e culturale del Neoclassicismo di fine 700 va ricercata in età illuministica, allorché si manifestò il graduale e netto rifiuto per le forme eccessive dell’arte barocca e del Rococò a favore di un’arte essenziale, razionale, sobria che esprimesse ideali di compostezza, di semplicità  e di decoro.  Il  Classicismo costituì la formazione culturale di  base di Ugo Foscolo, di A. Manzoni, di G. Leopardi : esso fu la ragione più vera della misura e della compostezza della loro lirica. Inoltre si deve proprio alla tradizione classica, sempre vive e tenace in Italia, se il Romanticismo italiano apparirà tanto più misurato rispetto alle effusioni sentimentali e passionali del Romanticismo europeo.
Favorirono lo sviluppo del Neoclassicismo:
·         Le scoperte archeologiche di Ercolano e di Pompei
·         I contributi teorici di alcuni grandi studiosi del passato, tra i quali l’archeologo tedesco J.Winckelmann (1717-1768). Questi nella sua celebre Storia dell’arte dell’antichità (1764)aveva indicato nell’arte greca il punto più alto, di massima perfezione, mai raggiunto dall’uomo nel campo dell’espressione figurativa: il bello è visto come il risultato di un processo di graduale epurazione e selezione della natura e degli elementi fisici ; ciò a cui l’artista deve tendere è una bellezza ideale che si compone di elementi naturali, ma che allo stesso tempo li trascende per assumere una dimensione che va al di là della realtà fisica e della  temporalità storica. La bellezza ideale per il W. è una bellezza non esistente in natura, intesa come suprema armonia di forme, tanto più pure, quanto meno risentono del mondo sensibile e passionale. L’esempio mirabile della bellezza ideale per il W. Sono le sculture  classiche di Fidia (490 a. C.), sculture che rispecchiano lo spirito puro e apollineo della cultura greca.
In ambito artistico, Roma e Parigi rappresentarono le due capitali dell’Europa neoclassica, mentre i massimi rappresentati del Neoclassicismo furono lo scultore A. Canova  (1757-1822, Amore e psiche, Le tre grazie, Paolina Bonaparte Borghese) e Jacques-Louis David (1748-1825).
Ø  L’altro aspetto della letteratura italiana dell’età napoleonica è rappresentato da un atteggiamento preromantico. Vi sono infatti poeti e scrittori, come Ugo Foscolo e Ippolito Pindemonte che,  sotto l’incalzare degli avvenimenti storici (il fallimento degli ideali libertari  Rivoluzione francese, il dispotismo della  dominazione napoleonica e il comportamento vessatorio e piratesco delle truppe francesi), avevano intuito il fallimento degli ideali illuministici, il declino inesorabile dell’ottimismo illuministico, riconoscendo i segni precorritori della futura età romantica:
§  l’istanza di anteporre le esigenze dello spirito e del sentimento a quelle della ragione esaltata dagli Illuministi;
§  la necessità di anteporre il valore dell’individuo come soggetto unico e irripetibile rispetto all’egualitarismo illuministico;
§  la necessità di esaltare il valore della religione contrapposta all’ateismo e al materialismo illuministico;
§  l’atteggiamento storicistico volto a rivalutare la storia passata, vista non più come epoca di barbarie, come condizione di oppressione e di dolore subentrata ad uno stato primitivo di felicità naturale, ma come momento indispensabile per comprendere  le ragioni del                       presente;
§  il senso drammatico della vita, intesa come perenne conflitto tra l’ideale e  il reale, come contrasto tra le aspirazioni dell’anima alla felicità assoluta e la realtà angusta,  banale e limitata in cui l’uomo si dibatte quotidianamente; ciò è contrapposto al facile e illusorio ottimismo illuministico.
§  il valore della Patria e della Nazione intesa come comunanza di lingua, religione, tradizioni, storia, usi e costumi,  contrapposto al concetto illuministico di Cosmopolitismo.
In effetti la dominazione napoleonica e gli eccessi  compiuti dalle sue “armate liberatrici” aveva avuto l’effetto di risvegliare la coscienza nazionale dei popoli sottomessi e di farli insorgere per combattere ed ottenere la liberta e l’indipendenza: non senza ragione la battaglia di Lipsia (1813) fu chiamata la “battaglia delle nazioni”; anche in Italia la dominazione napoleonica, dopo i primi illusori entusiasmi, ebbe per effetto  il risveglio della coscienza nazionale e diede l’avvio al Risorgimento: molti in Italia furono  i liberali delusi per i saccheggi e le violenze, per le condizioni di vassallaggio delle repubbliche giacobine prima, e dei regni e viceregni napoleonici poi (Regno italico, 1805; Regno d’Italia, 1807).
La cultura italiana dell’età napoleonica, come osserva Natalino Sapegno, “presenta, tutte le caratteristiche di un’età di transizione, incerta e sbandata tra il vecchio e il nuovo”. Volendo tracciare un quadro sintetico della cultura italiana dell’età napoleonica, dobbiamo distinguere:
1                   La critica dell’astratto dottrinarismo illuministico (ottimismo illuministico);
2                   Il neoclassicismo letterario, già pervaso da motivi  e da  istanze preromantiche;
3                   Il riproporsi della questione della lingua, al fine di combattere il liberismo linguistico del 700 e dare alla nostra lingua un’impronta di maggiore italianità