venerdì 21 marzo 2014
IL PRONOME - Lezione del 20/03/'14
Il pronome è la parte variabile del discorso che si usa in sostituzione di un’altra parola(nome, aggettivo, verbo) o di un’intera frase.
I Pronomi sono numerosi e si dividono in PERSONALI, POSSESSIVI, IDENTIFICATIVI, DIMOSTRATIVI, INDEFINITI, INTERROGATIVI, ESCLAMATIVI, RELATIVI.
PRONOMI PERSONALI
I pronomi personali si dividono in → PRONOMI PERSONALI SOGGETTO
→ PRONOMI PERSONALI COMPLEMENTO
PRONOMI PERSONALI SOGGETTO
I persona= io
II persona= tu
Singolare III persona maschile= egli-lui-esso
femminile= ella-lei-essa
Plurale I persona= noi
II persona = voi
III persona maschile= loro-essi
femminile= loro-esse
I pronomi personali soggetto di 3^ persona singolare "egli-ella" possono essere sostituiti, anche nella lingua scritta (tranne in contesti formali e burocratici), da "lui-lei"!; I nomi di cosa esigono l’uso di "esso-essa-essi esse": “Lei cerca le chiavi in borsa, ma esse sono nel cassetto”.
Il Pronome personale soggetto deve essere espresso obbligatoriamente:
- quando il verbo da solo non consente di stabilire chi sia il soggetto: "Se (io) avessi avuto pazienza, non sarebbe finita così";
- quando in un periodo cambia il soggetto:“Dario dorme e tu devi preparare ogni cosa”;
- dopo anche, neanche, nemmeno, pure, neppure : “neanche io verrò a Roma”;
- nelle frasi pronunciate con enfasi: “Verrete voi da noi e non noi da voi!”.
PRONOMI PERSONALI COMPLEMENTO
I pronomi personali complemento indicano o sostituiscono un nome che nella frase svolge funzione di complemento; in alcuni casi sostituiscono un aggettivo, un verbo, una frase intera.
I pronomi personali complemento hanno due forme →una forma tonica o forte(accentata)
→una forma atona o debole (non accentata)
PRONOMI PERSONALI COMPLEMENTO – forma tonica (forte)
I persona= me
II persona= te
Singolare III persona maschile= lui-esso
femminile= lei-essa
Plurale I persona= noi
II persona = voi
III persona maschile= loro-essi
femminile= loro-esse
I pronomi personali complemento forti si usano senza preposizione quando il pronome ha la funzione di complemento oggetto: “guarda me”;
i pronomi personali complemento forti si usano con preposizione quando il pronome ha la funzione di complemento indiretto: “parla di me; dallo a me”;
i nomi di cosa esigono l’uso dei pronomi esso, essa, essi, esse.
PRONOMI PERSONALI COMPLEMENTO – forma atona (debole)
I persona= mi
II persona= ti
Singolare III persona maschile= lo-gli-ne
femminile= la-le-ne
Plurale I persona= ci
II persona = vi
III persona maschile= li-loro-ne
femminile= le-loro-ne
I pronomi personali complemento deboli si usano senza preposizione quando il pronome ha la funzione di complemento oggetto o di complemento di termine “guardami; le regalerò un libro; portale la merenda”;
i pronomi personali complemento deboli non stanno mai da soli, ma precedono o seguono un verbo: in quest’ultimo caso essi si uniscono graficamente ad esso: “non disturbarmi”.
Lo, la, gli, le (III persona singolare) significano rispettivamente lui, lei, a lui, a lei : “ lo vidi al mare; gli diedi un libro; dagli un libro; la (=lei) vidi al mare;portale (= a lei) il caffé; le diedi un libro”.
Li, le, loro (III persona plurale) significano loro, a loro: “Li vidi al mare(=vidi loro al mare); le vidi (vidi loro); da’ loro un libro (= a loro).
"Ne" può significare:
-di lui, di lei, di esso, di essa, di loro, di essi, di esse;
-da lui,da lei, da esso, da essa, da loro, da essi, da esse;
-di ciò, di questa cosa.
FACCIAMO IL PUNTO SU..."IL RACCONTO E ROMANZO GIALLO"
La narrazione gialla è sempre incentrata intorno a uno o più reati (per lo più delitti) e si dipana nella ricerca e nell’identificazione finale del o dei colpevoli.
Il termine “giallo” nasce nel 1929, quando la casa editrice Mondadori pubblica una collana di romanzi e racconti polizieschi contraddistinta da una copertina di colore gialla.
Le caratteristiche del giallo sono le seguenti:
• la narrazione concerne un delitto e si configura come indagine a caccia dell’assassino;
• vi è un detective, professionista o dilettante, che indaga basandosi su indizi, sulla logica, sulla capacità di osservazione;
• a meno di clamorose eccezioni, il colpevole non è mai colui che indaga;
• il colpevole viene scoperto in seguito a una serie di deduzioni logiche, mai accidentalmente o per spontanea confessione;
• l’assassino è un personaggio noto, quasi sempre insospettabile, in modo che l’effetto sorpresa sia massimo: inoltre egli non è mai un criminale di professione, come un rapinatore o un sicario.
• i personaggi, privi di vero approfondimento psicologico, sono ridotti a ruoli fissi: l’assassino, la vittima, l’investigatore, gli aiutanti positivi, gli aiutanti negativi.
• l’ambientazione può essere prevedibilmente “favorevole” al delitto (castelli maledetti, brughiere solitarie, notti tempestose, quartieri malavitosi, rimesse d’auto deserte, ecc.) o insospettabilmente “neutra” (pacifici interni borghesi, tranquille cittadine di provincia, luoghi di lavoro, luoghi di vita mondana: alberghi, stazioni termali, crociere, ecc.)
• il caso viene sempre risolto, spesso con un colpo di scena finale.
Il poliziesco (la "detective story")
All’interno del genere giallo si possono distinguere due filoni.
Il primo filone è costituito dal giallo a enigma, detto anche “detective story”: si tratta del racconto giallo “classico” o giallo “di inchiesta”, caratterizzato dal rigore logico con cui viene risolto; esso è costituito da racconti polizieschi o di investigazione. Si dicono gialli polizieschi quelli in cui figura la presenza di un poliziotto o di un detective impegnato a districare la matassa delle indagini grazie agli indizi raccolti: compiendo un percorso che procede a ritroso rispetto alla consequenzialità cronologica degli avvenimenti ( ricostruendo cioè le fasi del delitto dalla sua scoperta al suo compimento), egli giunge alla soluzione del caso.
I fatti drammatici, per quanto luttuosi, sono narrati in modo distaccato e impersonale, come in una cronaca, così da non suscitare mai la commozione del lettore e non guastare il meccanismo puramente intellettuale del problema.
Il romanzo giallo classico, basato su un’inchiesta, nasce come sottogenere nel corso dell’Ottocento e trova larga diffusione nel Novecento per giungere fino ai nostri giorni con risultati spesso innovativi e originali.
Sono considerati inventori del filone poliziesco lo scrittore americano EDGAR ALLAN POE (1809-1849) autore di numerosi racconti del mistero e del terrore, e lo scrittore inglese ARTHUR CONAN DOYLE (1859- 1930), creatore di Sherlock Holmes, il famoso investigatore dall’infallibile logica deduttiva.
Altri importanti autori del giallo poliziesco sono AGATHA CRISTIE (1890-1976), creatrice di Hercule Poirot e GEORGE SIMENON (1903-1989)creatore del commissario Maigret.
Il thriller
Il secondo filone del genere giallo è rappresentato dal “giallo d’azione” detto anche thriller (=che eccita, che provoca brivido). Questo filone nasce e si afferma tra le due guerre mondiali sullo sfondo delle grandi metropoli americane colpite dalla violenza dei gangster della mafia, esso si è strettamente legato al cinema, tanto che gli scrittori di thriller lavorarono anche alla sceneggiatura di numerosi film.
A differenza del giallo classico ( la detective story) costruito attorno a un delitto già avvenuto , nel giallo d’azione (o thriller) il lettore assiste direttamente alla preparazione e alla esecuzione del crimine, subendo un forte coinvolgimento emotivo in un clima di crescente tensione narrativa. La tensione emotiva sfocia, talvolta, in vera e propria inquietudine, un sentimento basato su elementi concreti e razionali.
Iscriviti a:
Post (Atom)