Ø L’ETÀ NAPOLEONICA, sotto il profilo artistico-letterario assume il nome di NEOCLASSICISMO.
Nella storia della cultura il termine “classico” fa riferimento al patrimonio culturale pagano, greco-romano; per Classicismo intendiamo un movimento di studio, di ammirazione ed imitazione delle opere antiche considerate modello insuperabile di perfezione stilistica e formale, ma anche patrimonio di integrità morale, di onestà e rettitudine. Ciò che è definito “bello” per i Neoclassici deve essere anche “buono”, deve cioè trasmettere ideali elevati, valori etici e non soltanto estetici.
L’aggettivo “classico” deriva dal latino classis(=classe) che in età monarchica indicava le 5 classi sociali in cui erano divisi i cittadini romani in base al censo; Aulo Gellio nel II sec. d.C. definisce classicus auctor un autore perfetto, degno di essere imitato, appartenente alla prima delle 5 classi indicate da Servio Tullio ( sesto re di Roma, 578 a.C. al 539 a.C.).
Il Neoclassicismo consiste, dunque, nel ritorno al culto e all’imitazione dell’arte classica (Grecia antica, età repubblicana di Roma, età augustea) ed interessò tutte le manifestazione dello spirito dell’epoca: la letteratura, le arti figurative , la vita politica, la moda il costume.
La genesi storica e culturale del Neoclassicismo di fine 700 va ricercata in età illuministica, allorché si manifestò il graduale e netto rifiuto per le forme eccessive dell’arte barocca e del Rococò a favore di un’arte essenziale, razionale, sobria che esprimesse ideali di compostezza, di semplicità e di decoro. Il Classicismo costituì la formazione culturale di base di Ugo Foscolo, di A. Manzoni, di G. Leopardi : esso fu la ragione più vera della misura e della compostezza della loro lirica. Inoltre si deve proprio alla tradizione classica, sempre vive e tenace in Italia, se il Romanticismo italiano apparirà tanto più misurato rispetto alle effusioni sentimentali e passionali del Romanticismo europeo.
Favorirono lo sviluppo del Neoclassicismo:
· Le scoperte archeologiche di Ercolano e di Pompei
· I contributi teorici di alcuni grandi studiosi del passato, tra i quali l’archeologo tedesco J.Winckelmann (1717-1768). Questi nella sua celebre Storia dell’arte dell’antichità (1764)aveva indicato nell’arte greca il punto più alto, di massima perfezione, mai raggiunto dall’uomo nel campo dell’espressione figurativa: il bello è visto come il risultato di un processo di graduale epurazione e selezione della natura e degli elementi fisici ; ciò a cui l’artista deve tendere è una bellezza ideale che si compone di elementi naturali, ma che allo stesso tempo li trascende per assumere una dimensione che va al di là della realtà fisica e della temporalità storica. La bellezza ideale per il W. è una bellezza non esistente in natura, intesa come suprema armonia di forme, tanto più pure, quanto meno risentono del mondo sensibile e passionale. L’esempio mirabile della bellezza ideale per il W. Sono le sculture classiche di Fidia (490 a. C.), sculture che rispecchiano lo spirito puro e apollineo della cultura greca.
In ambito artistico, Roma e Parigi rappresentarono le due capitali dell’Europa neoclassica, mentre i massimi rappresentati del Neoclassicismo furono lo scultore A. Canova (1757-1822, Amore e psiche, Le tre grazie, Paolina Bonaparte Borghese) e Jacques-Louis David (1748-1825).
Ø L’altro aspetto della letteratura italiana dell’età napoleonica è rappresentato da un atteggiamento preromantico. Vi sono infatti poeti e scrittori, come Ugo Foscolo e Ippolito Pindemonte che, sotto l’incalzare degli avvenimenti storici (il fallimento degli ideali libertari Rivoluzione francese, il dispotismo della dominazione napoleonica e il comportamento vessatorio e piratesco delle truppe francesi), avevano intuito il fallimento degli ideali illuministici, il declino inesorabile dell’ottimismo illuministico, riconoscendo i segni precorritori della futura età romantica:
§ l’istanza di anteporre le esigenze dello spirito e del sentimento a quelle della ragione esaltata dagli Illuministi;
§ la necessità di anteporre il valore dell’individuo come soggetto unico e irripetibile rispetto all’egualitarismo illuministico;
§ la necessità di esaltare il valore della religione contrapposta all’ateismo e al materialismo illuministico;
§ l’atteggiamento storicistico volto a rivalutare la storia passata, vista non più come epoca di barbarie, come condizione di oppressione e di dolore subentrata ad uno stato primitivo di felicità naturale, ma come momento indispensabile per comprendere le ragioni del presente;
§ il senso drammatico della vita, intesa come perenne conflitto tra l’ideale e il reale, come contrasto tra le aspirazioni dell’anima alla felicità assoluta e la realtà angusta, banale e limitata in cui l’uomo si dibatte quotidianamente; ciò è contrapposto al facile e illusorio ottimismo illuministico.
§ il valore della Patria e della Nazione intesa come comunanza di lingua, religione, tradizioni, storia, usi e costumi, contrapposto al concetto illuministico di Cosmopolitismo.
In effetti la dominazione napoleonica e gli eccessi compiuti dalle sue “armate liberatrici” aveva avuto l’effetto di risvegliare la coscienza nazionale dei popoli sottomessi e di farli insorgere per combattere ed ottenere la liberta e l’indipendenza: non senza ragione la battaglia di Lipsia (1813) fu chiamata la “battaglia delle nazioni”; anche in Italia la dominazione napoleonica, dopo i primi illusori entusiasmi, ebbe per effetto il risveglio della coscienza nazionale e diede l’avvio al Risorgimento: molti in Italia furono i liberali delusi per i saccheggi e le violenze, per le condizioni di vassallaggio delle repubbliche giacobine prima, e dei regni e viceregni napoleonici poi (Regno italico, 1805; Regno d’Italia, 1807).
La cultura italiana dell’età napoleonica, come osserva Natalino Sapegno, “presenta, tutte le caratteristiche di un’età di transizione, incerta e sbandata tra il vecchio e il nuovo”. Volendo tracciare un quadro sintetico della cultura italiana dell’età napoleonica, dobbiamo distinguere:
1 La critica dell’astratto dottrinarismo illuministico (ottimismo illuministico);
2 Il neoclassicismo letterario, già pervaso da motivi e da istanze preromantiche;
3 Il riproporsi della questione della lingua, al fine di combattere il liberismo linguistico del 700 e dare alla nostra lingua un’impronta di maggiore italianità
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