mercoledì 6 novembre 2013
TORQUATO TASSO (1544-1595)
E' considerato uno dei vertici assoluti della poesia epica, poesia lirica, poesia pastorale. La sua poesia e la sua biografia riflettono i profondi conflitti culturali e storici dell’età della Controriforma, conflitti che lo condussero al disagio psichico e alla follia. La sua produzione letteraria, assai ricca, rappresenta una lucida ed altissima testimonianza della crisi dell’età rinascimentale.
T.Tasso nacque a Sorrento da un nobile cortigiano, il poeta Bernardo Tasso e da una nobildonna toscana, Porzia de’Rossi. Trascorse la sua vita spostandosi da una corte all’altra dell’Italia settentrionale; fu a Venezia, a Padova ( dove studiò all’università, dapprima Diritto, poi Eloquenza e Filosofia. Scrisse il poema cavalleresco “Il Rinaldo”), a Bologna (dove studia Lettere all’università, segue le lezioni sulla Poetica di Aristotele, coltiva una profonda amicizia col filosofo aristotelico Sperone Speroni), a Ferrara (1565-1575) dove trascorse il periodo più felice e fecondo della sua carriera artistica e letteraria. A Ferrara fu poeta di corte al servizio del cardinale Luigi d’ Este. Qui inizia la composizione della sua opera più intensa e significativa: La Gerusalemme liberata.
Prende parte al dibattito culturale-filosofico sulla finalità dell’arte secondo i principi della Poetica di Aristotele; tale dibattito si era alimentato a seguito della pubblicazione nel 1548 della nuova edizione commentata della Poetica di Aristotele a cura del professore padovano Francesco Robortello. L’edizione commentata del Robortello, fissa la Poetica di Aristotele come modello teorico del classicismo letterario fino a tutto il Settecento.
Questi sosteneva che il fine dell’arte e della letteratura fosse per Aristotele il piacere, il diletto e l’edonismo.
Altri studiosi, facenti capo al filosofo Sperone Speroni, maestro di Tasso, esaltavano il fine didascalico e moralistico della letteratura e la necessità per l’opera d’arte di riflettere fedelmente la realtà storica contemporanea; di essere il più possibile aderente al “vero” (principio della verosimiglianza)
L’autore matura in questi anni la propria posizione teorica in merito al dibattito sulla struttura e sulle finalità delle opere letterarie e, in particolare, del poema epico cavalleresco. Tasso espone i propri ideali artistici nell’opera “Discorsi dell’arte poetica”.
- Da un lato il Tasso prende le distanze dall’opera ariostesca, l’Orlando furioso, per la preminenza in essa dell’elemento fantastico, meraviglioso e magico, poco attinente alla realtà, sostenendo (il Tasso) la necessità per il poeta di osservare fedelmente le unità aristoteliche di tempo, luogo e azione e sostenendo il principio della “verosimiglianza” in luogo del principio del favoloso. La poesia, per Tasso, trattando il verosimile piuttosto che il favoloso, deve avere, comunque, un fine educativo e cristiano. Nella Gerusalemme liberata parliamo, infatti, di “meraviglioso cristiano” inteso come manifestazione della presenza divina nel mondo e nella vita degli uomini, attraverso visioni, profezie, miracoli, conversioni. Non mancano naturalmente altri temi comuni alla tradizione del poema epico rinascimentale : la guerra, l’amore, la magia (come manifestazione dell’irrazionale, espressione delle forze diaboliche, doppio negativo dell’amore), il paesaggio (specchio della psicologia e delle emozioni dei personaggi, utopia dell’idillio pastorale, illusoria ricerca del locus amoenus).
- Allo stesso tempo il Tasso pone, come scopo centrale dell’opera, il diletto e l’intrattenimento di un pubblico ampio ed eterogeneo, che vuole identificarsi nelle vicende e nei personaggi dell’opera, che cerca nel poema la varietà e la molteplicità della realtà quotidiana. La posizione teorica del tasso è , dunque, una posizione intermedia tra i principi poetici sostenuti da Francesco Robortello (l’arte per l’arte; arte=diletto e piacere) e quelli difesi e sottolineati dal filosofo padovano Sperone Speroni (opera d’arte=finalità moralistica).
Nel 1567 pubblica una prima raccolta di Rime, prevalentemente amorose, ma anche religiose e d’occasione; quindi attende alla composizione dell’Aminta</i>, un dramma pastorale rappresentato la prima volta nel 1573 che suscitò un notevole interesse del pubblico.
Nel decennio 1565-1575 T.Tasso conclude una prima versione completa della sua opera più nota, La Gerusalemme liberata (poema epico in ottave di endecasillabi, in 20 libri, dedicato al duca Alfonso II d’Este ) che rappresenta il coronamento di un lungo e sofferto percorso di ricerca e il realizzarsi di una teoria poetica a lungo meditata.
TASSO OPERA DIVERSE INNOVAZIONI RISPETTO ALLA MATERIA EPICA CLASSICA E RINASCIMENTALE.
- Le prime differenze si registrano sul piano dello SPAZIO e del TEMPO: Il Tasso mette al centro del suo poema un episodio storico come solida impalcatura su cui si innestano personaggi e vicende di fantasia ( fase finale dell’assedio di Gerusalemme nel 1099, nel corso della I crociata, che si concluse con la liberazione del Santo sepolcro da parte dell’esercito crociato guidato da Goffredo di Buglione); la materia storica oggetto di elaborazione artistica riguarda avvenimenti nuovi e relativamente recenti rispetto alla materia trattata nei poemi cavallereschi medievali e rinascimentali: la fase conclusiva e vittoriosa della prima crociata (1096-1099), un evento caratterizzato da un forte vigore religioso.
- Tasso sposta il centro spaziale della narrazione dal Nord Europa, ambiente tipico del poema cavalleresco, al Mediterraneo sud occidentale.
- La Gerusalemme liberata si presenta come un poema eroico, EPOS della CRISTIANITÀ.
- La Gerusalemme Liberata è un poema epico cavalleresco che RISPETTA LE UNITÀ ARISTOTELICHE DI TEMPO, di LUOGO, di AZIONE,secondo le regole della retorica rinascimentale codificate dalla Poetica di Aristotele (un solo luogo principale: Gerusalemme; una sola azione: le vicende relative alla conquista della città da parte dell’esercito cristiano; un solo tempo: il 1099, l’ultimo anno dell’assedio di Gerusalemme);
- In luogo del fantastico e dell’inverosimile, introduzione del “MERAVIGLIOSO CRISTIANO”.
- L’opera appare conforme al principio della “VEROSIMIGLIANZA” piuttosto che alla poetica del fantastico e del meraviglioso; pur trattando il tema amoroso, rappresenta il poema epico della cristianità e del suo trionfo sugli infedeli, dunque MANIFESTA FINALITÀ EDUCATIVE.
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