A) INFORMAZIONI SOMMARIE SUL TESTO (titolo, autore, opera da cui è tratto il testo, anno composizione).
B) PIANO LINGUISTICO ESPRESSIVO: Livello metrico ritmico (versi, strofe, tipo componimento, schema metrico).
(PIANO SIGNIFICANTE) Livello stilistico-retorico (parole chiave, tipo di linguaggio utilizzato, stile paratattico/ ipotattico, fig. retoriche).
C) PIANO DEL CONTENUTO DENOTATIVO/ REFERENZIALE E CONNOTATIVO: parafrasi, temi dominanti, contestualizzazione, conclusione.
(PIANO SIGNIFICATO)
Ciascuna testo letterario va interpretato, secondo i principi della moderna critica letteraria ispirati allo Strutturalismo e alla Teoria del segno linguistico di F. de Saussurre, come un insieme di "segni" che devono essere decodificati in sede interpretativa, al fine di cogliere il significato denotativo e connotativo che il testo vuole esprimere.
Il segno linguistico è, infatti, una realtà polisemica, una “realtà bifacciale”, un “concetto dicotomico” composto da un significante e da un significato: il significante rappresenta l’aspetto esteriore e formale del segno, l’insieme degli artifici comunicativi dell’opera (fonologia, lessico, verso, strofa, figure retoriche); il significato si riferisce al contenuto denotativo e connotativo dell’opera, al messaggio che il testo si propone di trasmettere attraverso il piano del significante.
- In tal senso, il primo campo d’indagine nell’analisi di un testo letterario è il PIANO LINGUISTICO-ESPRESSIVO che riguarda le manifestazioni fonologiche e le nozioni di verso, strofa, rima, metro, ritmo, figure retoriche.
- Il secondo campo d’indagine riguarda il PIANO DEL SIGNIFICATO , cioè il contenuto referenziale e denotativo del testo nella sua immediata rappresentazione.
Soltanto attraverso lo studio del significante e del significato è possibile giungere ad una corretta ed esaustiva decodificazione del testo letterario. Nell’esame del testo proposto terremo conto di quanto finora delineato al fine di non limitarci ad un'indagine che potrebbe risultare superficiale e poco incisiva sul piano didattico.
FIGURE RETORICHE : metriche, foniche, sintattiche, semantiche
METRICHE: Afèresi:Presenta segno grafico‘: “là ‘ve cantando..”; Sincope, Apocope:caduta sillaba fine parola. “veder, cantar,”; Prostesi, Epentesi, Epìtesi o Paragòge (Aggiunta di sillaba); Tmèsi: divisione di 1 parola in 2 parti, delle quali la 1 è posta alla fine del verso, l’altra all’inizio o a metà del verso successivo “ tra gli argini su cui mucche tranquilla / mente pascolano” G.Pascoli; Dieresi (dittongo sciolto in iato), Sineresi (2 vocali aspre in 1 sillaba); Sinalèfe (fondere ultima vocale di 1 parola con vocale inizio. Senz’apostrof); Dialèfe, Elisione ’ (eliminazione vocale finale di parola dinanzi a parola iniziante per vocale. Presenta.segno grafico).
FONICHE: Onomatopea, Allitterazione (iterazione fonica), Paronomàsia: accostamento di 2 parole consuono simile ma con significato diverso “ma sedendo e mirando, interminati/spazi di là da quella...G.Leopardi, L’Infinito. “I’ fui per ritornar più volte volto” Dante, Inf. c.I,v.36.
SINTATTICHE: anafora; ellissi; enumerazione per asindet-polisindet/climax; parallelismo; inversione (anastrofe; ipèrbato: separazione gruppo sintattico con l’inserimento di 1 o più lessemi; chiasmo); Ripetizione (figura etimologica, anadiplosi, poliptòto); Ipàllage: riferire ad un termine un aggettivo che andrebbe riferito ad altro termine "Ma io a voi deluse le palme tendo", U. Foscolo, In morte del fratello Giovanni; “cauti passi” G.Pascoli, Le ciaramelle, v.12. Enàllage: parte del discorso con funzione di altra “sbocciasti improvviso (improvvisamente) G.Pascoli, Il sogno della vergine; Anacoluto: costrutto sintattico con cambio di soggetto; Apostrofe:deviazione durante un’esposizione per rivolgersi a qualcuno); Esclamazione : esprimere con enfasi un concetto in forma esclamativa “Guai a voi, anime prave!/non isperate mai veder lo cielo!”Dante, Inf. c.III.
SEMANTICHE: Antonomasia: sostituzione di un nome con una proprietà che gli appartiene“il divino poeta”=Dante; Perìfrasi; Eufemismo: uso di parole o di perifrasi per attenuare il carico espressivo del discorso “Forse tu fra plebei tumulti guardi/vagolando, ove dorma il sacro capo/ del tuo Parini” U.Foscolo, Dei Sepolcri, vv 70-72 ; Ipèrbole : affermazione esagerata per esprimere un concetto “ho sceso, dandoti il braccio almeno un milione di scale, E.Montale”; Similitudine; Metafora; Analogia; Sinestesìa; Metonìmia: contenete-contenuto/ materiale-oggetto/ effetto-causa; Sineddoche: parte per il tutto; Personificazione; Antìtesi: esposizione di concetti opposti; Ossimoro: unione di parole con signif opposto; Litòte: affermare un concetto negando il contrario “non senza inganno”; Dittologia:uso di 2 vocaboli di sign affine legati da congiunzione “solo e pensoso..”F.Petrarca; Endìadi: esprimere 1 concetto con 2 parole in sostituzione di un unico sostant accompagnato da un aggettivo o da un complemento“vedo splendere la luce e il sole /vedo splendere la luce del sole”; Zèugma: far dipendere da 1 solo termine 2 parole di cui una soltanto si accorda logicamente ad esso “parlare e lagrimar vedrai insieme- Dante,Inf. XXXIII, v.9”.
IL VERSO: può essere piano, sdrucciolo o tronco; raramente bisdrucciolo
Bisillabo; trisillabo(ha un solo ictus sulla 2^sillaba); quadrisillabo( ha 2 ictus fissi sulla 1^e 3^sillaba); quinario ( ha 2 ictus di cui 1 fisso sulla 4^ sillaba), senario ( ha 2 ictus fissi, sulla 2^ e 5^ sillaba), settenario ( è uno dei versi più usati, ha un ictus fisso sulla 6^sillaba), ottonario (ictus fisso sulla 3^ sillaba), novenario ( ictus fissi sulla 2^,5^, 8^ sill), decasillabo (ictus sulla 3^,6^,9^ sillaba), endecasillabo ( è il verso maggiormente usato nella poesia italiana; presenta un ictus fisso sulla 10^sillaba e diversi accenti mobili, perlomeno sulla sulla 4^, 6^, 7^, 8^ sillaba) dodecasillabo( doppio senario).
LA RIMA
Rima baciata(AA), alternata (ABAB); incrociata o chiusa(ABBA); incatenata o terza rima(ABA BCB CDC), invertita(ABC ACB); interna: collega 2 parole con identità fonetica, di cui 1 è interna al verso; rima al mezzo: collega 2 parole con identità fonetica, di cui una cade a metà verso (emistichio), versi sciolti: non sono legati da alcuno schema di rima; sono entrati in uso nell’800 e caratterizzano la poesia moderna; assonanza e consonanza; rima siciliana (in cui la E chiusa rima con la I, la O chiusa rima con la U)
LA STROFA
Distico (2 versi a rima baciata AA), Terzina (terza rima), Quartina, Sestina, Ottava ( strofa 8 versi: generalmente i primi 6 versi in rima alternata, ultimi 2 rima baciata. Tipica strofa dei poemi epico-cavallereschi); Stanza [costituita da versi endecasillabi e settenari. Sempre suddivisa in 2 settori: Fronte (1°Piede, 2°Piede, che rimano tra loro. Ciascun Piede può variare da 1 a 4 versi), Sirma ( 1^Volta, 2^Volta, rigidamente rimate). Tra la Fronte e la Sirma può trovarsi 1 verso che rima con l’ultimo verso della Fronte, detto: Chiave; le stanze di una Canzone possono essere “unissonanti”(stesso schema metrico e stessa rima) oppure “dissonanti o singolari” (stesso schema mtrico, ma con rima diversa); A termine della Canzone può trovarsi una strofa detta "Congedo" o "Commiato"; Strofa libera ( numero di versi variabile, schema metrico variabile, rime senza uno schema fisso ).
TIPI DI COMPONIMENTO
Sonetto ( 2 quartine rima alternata o chiusa, 2 terzine rima incatenata o invertita o ripetuta); Canzone ( componimento tipico della letteratura romanza medievale. Composta da Strofe dette Stanze, tutte identiche, cioè con lo stesso numero di versi e con lo stesso schema metrico); Ballata(comp di origine medievale destinato alla musica e danza.Composta da Stanze, alternate da brevi strofe sempre uguali dette “Ritornelli” o “Riprese”); Lauda (comp. in lingua volgare di orig medievale,a carattere popolare, con accompagnamento musicale. A livello metrico la Lauda è identica alla Ballata, ma il contenuto è a carattere religioso. Primo es.Lauda inter pervenuta: Laudes Creaturarum); Ode (derivata dalla Canzone, con strofe brevi di numero variabile di versi ed eliminando la “Chiave”) Madrigale(componimento costituito da strofe di 3 versi, endecasillabi o settenari, rimati); Carme ( componimento in versi endecasillabi).
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