venerdì 16 settembre 2011

UGO FOSCOLO (1778-1827)

UGO FOSCOLO (1778-1827), PARINI (1729-1799) ALFIERI (1740-1803)
Ugo Foscolo nasce Zante (Zacinto) da Diamantina Spathis ed Andrea, di famiglia veneziana. La sua biografia è quella di un anticonformista, del tutto antitetica a quella tradizionale del letterato italiano, servile e cortigiano. Per trovarne una analoga bisogna risalire a Dante Alighieri, perché dal Petrarca al Monti possiamo dire che quasi tutti i letterati per ragioni storiche siano stati al servizio dei potenti. Il nome di battesimo era Niccolò, mutato in Ugo in onore di Ugo di Bassville (giornalista e diplomatico francese, rivoluzionario + 1793; vedi la “Basvilliana” di Vincenzo Monti). Studiò dapprima a Zante, poi a Spalato, finché, a seguito della morte del padre, si trasferì a Venezia dove proseguì gli studi letterari presso l’università di Padova; altri eventi luttuosi segnarono profondamente la vita del Foscolo, contribuendo ad accentuare la sua indole già inquieta, travagliata, pessimista, solitaria e sprezzante: tra questi ricordiamo, in particolare, la morte del fratello Giovanni, suicida per debiti di gioco nel 1801.
 A Venezia si distingue per le sue idee democratiche e spregiudicate, così divenuto inviso al governo conservatore della Republica di Venezia, fugge sui colli Euganei. Alla notizia della discesa di Napoleone Bonaparte in Italia (1796), il poeta, entusiasta degli ideali rivoluzionari, si reca a Bologna (divenuta parte della Repubblica giacobina cispadana) dove si arruola tra i cacciatori a cavallo: è di questo periodo la composizione dell’ “Ode a Bonaparte liberatore”.
 Caduta la Repubblica oligarchica veneta, il Foscolo può finalmente rientrare in patria e collaborare alla costituzione della nuova municipalità giacobina. Tuttavia, nel 1797 viene stipulato il TRATTATO DI CAMPOFORMIO che prevedeva la cessione di Venezia all’Austria: Il Foscolo, amareggiato dalla politica napoleonica, abbandona nuovamente Venezia per riparare a Milano. A questo periodo risale la stesura del suo romanzo epistolare a carattere autobiografico “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” (1798; 1802; 1816; 1817)
 Seppur deluso, nel 1799 tornò a combattere al fianco dei Francesi, partecipando anche a numerose azioni militari tra l’Italia e la Francia: le truppe napoleoniche apparivano ancora, agli occhi del poeta, promotrici degli ideali di libertà della Rivoluzione, contrapposti all’assolutismo dell’ ancien regime. Mentre è in Francia, a seguito dell’esercito napoleonico, ha una relazione con l’inglese Fanny Hamilton, da cui nascerà Floriana,la giovane fanciulla che consolerà gli ultimi anni della sua vita.
 Nel 1806 rientra in Italia, a Milano: qui visita Giulia Beccaria, Ippolito Pindemonte, A.Manzoni; scrive il carme Dei Sepolcri, 295 endecasillabi sciolti, pubblicati nel 1807. L’occasione per la composizione del carme è l’Editto di saint Cloud, entrato in vigore in Francia nel 1804 ed esteso all’Italia nel 1806.
 Nel 1814, dopo a caduta di Napoleone (Lipsia 1813; Waterloo 1814), Foscolo è invitato dall’Austria a collaborare con la nuova amministrazione, in particolare gli è offerta la possibilità di dirigere una rivista letteraria che si chiamerà “Biblioteca italiana”. Il foscolo, per non giurare fedeltà all’Austria, va in esilio a Zurigo, poi a Londra.
 A Londra (1816) il poeta svolge un’intensa attività di critico letterario, collaborando alla stampa inglese e protetto da alcuni aristocratici che lo apprezzarono per la sua fama di letterato e oppositore di Napoleone; successivamente, l’elevato tenore di vita che il poeta si sforzava di condurre determinò crescenti difficoltà economiche : così, perseguitato dai creditori, U. Foscolo morì nel 1827 povero e ammalato in un sobborgo di Londra.
 1871 Le spoglie del Foscolo vengono condotte in S.Croce a Firenze
OPERE
LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS
LE POESIE
DEI SEPOLCRI
LE GRAZIE
NOTIZIA INTORNO A DIDIMO CHIERICO
LE TRAGEDIE
( sul modello alfieriano)
La personalità del Foscolo fu sempre animata dal rapporto oppositivo, dal conflitto tra l’aspirazione ad una serenità interiore assoluta, e l’abbandono agli impulsi della passione e del sentimento. Nell’abbandono agli impulsi dello spirito, nella sua perenne inquietudine interiore possiamo cogliere la nuova sensibilità romantica ; nello sforzo di ricercare una dimensione armonica, di equilibrio e dominio dei sentimenti è evidente la componente classicistica. Soltanto nelle sue opere il poeta riuscì a sanare questa dicotomia: le poesie del Foscolo rappresentano , infatti, un insuperabile modello di perfetto equilibrio tra contenuto (romantico) e forma (neoclassica) .
La sua formazione culturale risentì dello studio dei classici latini, greci, italiani nonché della lettura degli autori moderni, sia italiani: G.Parini, V.Alfieri, Vincenzo Monti, Melchiorre Cesarotti (traduttore dell’elegia funebre di T.Gray e dei Canti di Ossian dello scrittore inglese James Macpherson), sia stranieri: Edward Young, Thomas Gray, i Canti di Ossian, Laurence Sterne, J. J. Rousseau.


LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS (1798-1802, 1816,1817)
Le ultime lettere di Jacopo Ortis, opera giovanile del Foscolo, sono un romanzo epistolare, un genere letterario assai in voga nella seconda metà del Settecento allorché, nel clima culturale preromantico, la lettera meglio si prestava ad esprimere stati d’animo ed effusioni sentimentali; la forma epistolare del romanzo assolve anche ad una funzione centrale per l’economia strutturale dell’opera, sia a livello di contenuto che di stile: essa consente all’opera di assumere un carattere autobiografico, sotto forma di appassionata confessione ad un amico fraterno e solidale; la forma epistolare è inoltre un espediente stilistico che trasmette l’illusione di una stesura dei testi che compongo la raccolta in tempo reale, nel momento in cui gli eventi narrati accadono, in modo da far coincidere il Tempo della Storia con il Tempo del Racconto.
L’Ortis rappresenta il primo romanzo moderno in lingua italiana, il primo modello di romanzo psicologico.
All’indomani del trattato di Campoformio (1797) con il quale il liberatore Napoleone ha ceduto Venezia all’Austria in cambio della Lombardia, Jacopo Ortis, che è un giovane di idee liberali, per sfuggire alle prime persecuzioni del governo austriaco, lascia Venezia e si rifugia sui colli Eugànei, qui conosce Tresa, che vive col padre (il signor T), anche lui profugo politico, e con una sorella piccola, Isabellina, e se ne innamora profondamente. Ma la fanciulla è già promessa sposa ad un altro, Odoardo, un giovane serio, di buona posizione economica e sociale, ma spiritualmente arido. Si tratta di un fidanzamento di convenienza, combinato dal padre di Teresa, ma osteggiato dalla madre, che, per non rendersi complice dell’infelicità della figlia, ha abbandonato la famiglia e vive lontano con una sua sorella. Jacopo, anche se ha la certezza di essere contraccambiato da Teresa, si accorge dell’assurdità del suo amore soprattutto per ragioni politiche, perché si tratta di tempi tristi che scoraggiano il matrimonio. Per liberarsi dal tormento, lascia i colli Eugànei e viaggia per alcune città, Bologna, Firenze, Siena, Milano, ecc. Quando apprende che Teresa si è sposata con Odoardo, corre a Venezia per salutare la madre, quindi ritorna sui colli Eugànei, dove si uccide pugnalandosi al cuore.
Del romanzo abbiamo ben 4 edizioni, anche se le principali sono le prime due : Bologna 1798, Milano 1802, Zurigo 1816, Londra 1817
I modelli letterari per la composizione dell’Ortis sono da considerarsi i “Dolori del giovane Werther” di Goethe(1774), la Nouvelle Eloise di J.J. Rousseau, ma anche i romanzi epistolari di Richardson, Pamela , Clarissa.
La struttura dell’opera è organizzata in forma epistolare: il lettore ricostruisce la storia attraverso le lettere inviate dal protagonista , Jacopo Ortis ad un suo amico, Lorenzo Alderani che risulta essere il curatore della raccolta. Le lettere, datate, coprono un arco temporale che va dall’ 11 ottobre 1797 al 25 marzo 1799.
Il cognome Ortis è quello di un giovane studente universitario di Padova, Gerolamo Ortis, morto suicida per motivi sconosciuti; Il nome Jacopo è quello di Rousseau; Lorenzo Alderani, al quale sono indirizzate quasi tutte le lettere di Jacopo, è il poeta Giovanni Battista Niccolini, amico del Foscolo. Teresa originariamente coincideva con una fanciulla amata realmente dal poeta, Laura; successivamente in essa confluirono amori appassionati e successivi del poeta: Isabella Teotochi Albrizzi, Teresa Pikler-Monti, Antonietta Fagnani-Atrese, Isabella Roncioni, che successivamente il poeta indicò come la sola Teresa dell’Ortis.
Il protagonista dell’opera, Jacopo Ortis, è la proiezione del poeta stesso: egli rappresenta l’emblema dell’eroe romantico, giovane e positivo, idealista e generoso, pervaso da passioni irrealizzabili che lo collocano necessariamente in una condizione di emarginazione e di solitudine. E’ evidente che il protagonista , presentato come eroe idealizzato in un mondo cinico, nel quale non c’è posto per ideali di solidarietà e giustizia sociale, sia destinato a soccombere. L’antagonista, Odoardo, un personaggio freddo, calcolatore e mediocre assume le caratteristiche del perfetto antieroe, simbolo di una società borghese arida e priva di slanci ideali, interessata esclusivamente all’ascesa economica.
I temi principali dell’Ortis sono, dunque, la passione politica e la passione amorosa: il protagonista si uccide non per nichilismo, ma per amore della Patria e della donna. Entrambi i motivi esprimono i segni evidenti della nascente sensibilità romantica. Jacopo è l’uomo nuovo che con il suo gesto estermo esprime con forza il proprio disagio nel mondo.

 L‘opera ha per sottotitolo i versi danteschi :”Libertà va cercando, ch’è sì cara, / come sa chi per lei vita rifiuta (Purg. I, vv.71-72). Questi versi rivelano la natura vera del suicidio di Jacopo Ortis: esso non è negazione della vita, ma è, nella concezione alfieriana, l’affermazione di una suprema libertà interiore che appare come la più alta forma denuncia contro la società del tempo.

2 commenti:

  1. signorina giulia papa20 settembre, 2011 21:25

    prof, buon blog, e molto utile per noi studenti che cerchiamo sempre le sintesi :) ; però niente da fare: le foto di Jhonny Depp distolgono l'attenzione dallo studio <3

    RispondiElimina
  2. Gentile signorina Papa, grz per il suo contributo in termini di opinione!!! Le ricordo, tuttavia, che gli appunti NON DEVONO SOSTITUIRE IL TESTO, ma integrarlo :)...e lei questo lo fa già benissimo. Intanto, mia cara, mi spieghi come ha fatto a postare il commento evitando il profilo "anonimo"... Notte, La prof

    RispondiElimina