venerdì 21 marzo 2014

FACCIAMO IL PUNTO SU..."IL RACCONTO E ROMANZO GIALLO"



La narrazione gialla è sempre incentrata intorno a uno o più reati (per lo più delitti) e si dipana nella ricerca e nell’identificazione finale del o dei colpevoli.
Il termine “giallo” nasce nel 1929, quando la casa editrice Mondadori pubblica una collana di romanzi e racconti polizieschi contraddistinta da una copertina di colore gialla.
Le caratteristiche del giallo sono le seguenti:
• la narrazione concerne un delitto e si configura come indagine a caccia dell’assassino;
• vi è un detective, professionista o dilettante, che indaga basandosi su indizi, sulla logica, sulla capacità di osservazione;
a meno di clamorose eccezioni, il colpevole non è mai colui che indaga;
• il colpevole viene scoperto in seguito a una serie di deduzioni logiche, mai accidentalmente o per spontanea confessione;
• l’assassino è un personaggio noto, quasi sempre insospettabile, in modo che l’effetto sorpresa sia massimo: inoltre egli non è mai un criminale di professione, come un rapinatore o un sicario.
• i personaggi, privi di vero approfondimento psicologico, sono ridotti a ruoli fissi: l’assassino, la vittima, l’investigatore, gli aiutanti positivi, gli aiutanti negativi.
• l’ambientazione può essere prevedibilmente “favorevole” al delitto (castelli maledetti, brughiere solitarie, notti tempestose, quartieri malavitosi, rimesse d’auto deserte, ecc.) o insospettabilmente “neutra” (pacifici interni borghesi, tranquille cittadine di provincia, luoghi di lavoro, luoghi di vita mondana: alberghi, stazioni termali, crociere, ecc.)
• il caso viene sempre risolto, spesso con un colpo di scena finale.


 Il poliziesco (la "detective story")

All’interno del genere giallo si possono distinguere due filoni.
Il primo filone è costituito dal giallo a enigma, detto anche “detective story”: si tratta del racconto giallo “classico” o giallo “di inchiesta”, caratterizzato dal rigore logico con cui viene risolto; esso è costituito da racconti polizieschi o di investigazione. Si dicono gialli polizieschi quelli in cui figura la presenza di un poliziotto o di un detective impegnato a districare la matassa delle indagini grazie agli indizi raccolti: compiendo un percorso che procede a ritroso rispetto alla consequenzialità cronologica degli avvenimenti ( ricostruendo cioè le fasi del delitto dalla sua scoperta al suo compimento), egli giunge alla soluzione del caso.
I fatti drammatici, per quanto luttuosi, sono narrati in modo distaccato e impersonale, come in una cronaca, così da non suscitare mai la commozione del lettore e non guastare il meccanismo puramente intellettuale del problema.
Il romanzo giallo classico, basato su un’inchiesta, nasce come sottogenere nel corso dell’Ottocento e trova larga diffusione nel Novecento per giungere fino ai nostri giorni con risultati spesso innovativi e originali.
Sono considerati inventori del filone poliziesco lo scrittore americano EDGAR ALLAN POE (1809-1849) autore di numerosi racconti del mistero e del terrore, e lo scrittore inglese ARTHUR CONAN DOYLE (1859- 1930), creatore di Sherlock Holmes, il famoso investigatore dall’infallibile logica deduttiva.
Altri importanti autori del giallo poliziesco sono AGATHA CRISTIE (1890-1976), creatrice di Hercule Poirot e GEORGE SIMENON (1903-1989)creatore del commissario Maigret.


 Il thriller
Il secondo filone del genere giallo è rappresentato dal “giallo d’azione” detto anche thriller (=che eccita, che provoca brivido). Questo filone nasce e si afferma tra le due guerre mondiali sullo sfondo delle grandi metropoli americane colpite dalla violenza dei gangster della mafia, esso si è strettamente legato al cinema, tanto che gli scrittori di thriller lavorarono anche alla sceneggiatura di numerosi film.
A differenza del giallo classico ( la detective story) costruito attorno a un delitto già avvenuto , nel giallo d’azione (o thriller) il lettore assiste direttamente alla preparazione e alla esecuzione del crimine, subendo un forte coinvolgimento emotivo in un clima di crescente tensione narrativa. La tensione emotiva sfocia, talvolta, in vera e propria inquietudine, un sentimento basato su elementi concreti e razionali.

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