lunedì 19 settembre 2016

ANAISI DEL TESTO NARRATIVO. PROGRAMMA DI STUDIO classe I A a.s.2016/17





IL TESTO NARRATIVO è un testo che intende narrare una storia secondo un ordine logico e cronologico che è quello stabilito dal narratore.
ANALISI
A) PRESENTAZIONE SOMMARIA DEL TESTO (titolo, genere letterario, autore, opera da cui il testo è tratto, periodo di composizione).
B) ANALISI DEGLI ASPETTI STRUTTURALI DEL TESTO
LA TRAMA : è la storia presentata da ciascun testo narrativo; la trama si compone di due elementi fondamentali:
LA FABULA: è l’insieme degli avvenimenti che costituiscono la vicenda del testo narrativo, disposti secondo un ordine “naturale”, cioè secondo un ordine logico e cronologico, senza prolessi (anticipazioni) e senza analessi o flashback (richiami al passato). Le analessi e le prolessi alterano il regolare sviluppo dell’ordine narrativo.
L’INTRECCIO è l’ordine con cui il narratore dispone liberamente gli elementi della storia, che possono prescindere dall’ordine logico-temporale-causale della fabula (nei Promessi Sposi l’intreccio è dato dagli avvenimenti che si inseriscono e si sovrappongono alla storia principale tra Renzo e Lucia). In un testo narrativo fabula e intreccio possono coincidere o meno.
LE SEQUENZE: Le sequenze costituiscono le unità narrative del racconto; possono essere tagliate ed esaminate separatamente sulla base dei loro specifici contenuti.
Seuenza 1 (rr.1-5): Non capisco….mille metri; sequenza 2(rr. 6-15): Erano sbarcati…….minimamente infastidito; sequenza 3 (rr 16-37).
LE SEQUENZE POSSONO ESSERE DISTINTE IN:
- Sequenze narrative = sono sequenze dinamiche e fanno procedere la narrazione.
- Sequenze descrittive = sono sequenze statiche e frenano il “ritmo” della narrazione.
- Sequenze Riflessive = sono sequenze statiche e sono utilizzate dal narratore per esprimere il proprio pensiero, mediante delle digressioni personali.
- Sequenze dialogate = corrispondono ai dialoghi all’interno del tessuto narrativo. Possono essere statiche o dinamiche.
- Sequenze miste
STRUTTURA TIPO DEL TESTO NARRATIVO: Ciascun testo narrativo, smontato in sequenze può essere schematizzato e analizzato sulla base della seguente struttura tipo:
- situazione iniziale di equilibrio (righe 1-5): il narratore fornisce al lettore le coordinate essenziali per la collocazione degli eventi nello spazio e nel tempo. Il narratore ci presenta la vita del protagonista nella sua povertà e ignoranza (Cfr. I. Calvino, Il contadino astrologo, in “Fiabe italiane”).
- Rottura dell’equilibrio iniziale (righe 6-19):il narratore introduce un fatto imprevisto, l’irruzione sulla scena di un nuovo personaggio, o altro ancora, scompigliano l’equilibrio iniziale e mettono in moto la vicenda vera e propria. L’equilibrio iniziale viene rotto dal bando del re e dalla decisione di Gàmbara di spacciarsi per astrologo e di mettersi alla ricerca dell’anello.
- Peripezie (righe 20-31): la storia si sviluppa in un crescendo di avvenimenti. Iniziano le peripezie del protagonista che cerca di ingannare chi lo attornia fingendosi astrologo.
- Spannung (righe 32-42)momento di massima tensione narrativa. Il protagonista passa all’azione per far uscire allo scoperto i colpevoli : siamo al momento di Spannung.
- Scioglimento della vicenda e ricomposizione dell’equilibrio iniziale (righe 43-56) superato il momento di massima tensione narrativa, la vicenda si avvia verso la ricostituzione di un nuovo equilibrio. La confessione dei servi allenta la tensione e offre al protagonista la possibilità di raggiungere il suo scopo.
- Conclusione: il narratore descrive la situazione finale. La situazione finale vede Gàmbara ricco e ammirato.
C) I PERSONAGGI : possono essere personaggi reali, quando sono individui realmente esistiti (personaggi storici o dell’attualità), introdotti nel mondo della narrativa; possono essere personaggi immaginari (realistici: con caratteristiche verosimili ; fantastici).
Il personaggio può essere presentato dal narratore; da un altro personaggio; da se stesso. Quando più tecniche sono presenti, parliamo di tecnica mista.
PRESENTAZIONE DIRETTA E PRESENTAZIONE INDIRETTA
Si parla di presentazione diretta se il personaggio è caratterizzato immediatamente, se, cioè il narratore direttamente oppure attraverso altri personaggi o il personaggio medesimo, fornisce subito precise informazioni sulle sue caratteristiche fisiche, psicologiche, culturali creandone un profilo ben delineato. La presentazione diretta è molto usata nella fiaba, nella favola e, in generale, nei racconti tradizionali.
La presentazione indiretta avviene quando il personaggio non è presentato in maniera diretta, chiara e oggettiva, ma il suo profilo si delinea agli occhi del lettore gradualmente, mediante indizi che richiedono l’interpretazione e la riflessione da parte del pubblico.
- I Personaggi possono essere presentati mediante alcuni tratti che ne costituiscono la fisionomia:
secondo caratteristiche fisiche (sesso, età, aspetto fisico, abbigliamento, difetti fisici…);
caratteristiche psicologiche ( evidenziare gli elementi che rivelano il carattere del personaggio; impulsività/ riflessione; furbizia/ingenuità; viltà/coraggio; egoismo/generosità);
caratteristiche socio-culturali (lavoro, cultura, tipo di vita, ambiente, aspirazioni e interessi, abbigliamento).
I personaggi all’interno di una narrazione possono anche definirsi a tutto tondo o pluridimensionali , se il carattere è ben delineato dal narratore e se esso è costituito da molteplici sfaccettature e da un forte spessore psicologico;
Al contrario parliamo di personaggio piatto o unidimensionale se di un personaggio il narratore ci fornisce una descrizione superficiale, in cui spiccano uno o due caratteri psicologici distintivi: in tal caso parliamo di “tipo” legato ad un ruolo fisso e ben preciso all’interno della vicenda narrativa, dal comportamento prevedibile e stereotipato.
I personaggi possono classificarsi, inoltre, in personaggi statici (Mastro Geppetto in “Pinocchio”) e in personaggi dinamici (Pinocchio).
- I personaggi possono essere analizzati anche in base al ruolo e alle funzioni che essi svolgono all’interno della narrazione.
Il ruolo più rilevante è ricoperto dal Protagonista (perno della vicenda), a cui si oppone spesso un Antagonista o “oppositore” o “avversario”.
Talvolta il protagonista di una storia può essere costituito da un gruppo di personaggi che agiscono insieme, in maniera compatta: in questo caso si parlerà di Protagonista collettivo; altre volte sono presenti più protagonisti: in questo caso si parlerà di co-protagonisti.
Il fine che un protagonista si propone di raggiungere costituisce l’ oggetto del desiderio, che può essere l’amore di una fanciulla. Dall’azione del protagonista trae vantaggio il destinatario , non di rado coincidente col protagonista stesso.
E’ presente a volte anche un destinatore, un’entità al di sopra delle parti, una forza che funge da guida all’azione e la percorre nel suo svolgersi. Ad affiancare il protagonista e l’antagonista ci sono i vari aiutanti che svolgono la funzione di intermediari.
D) TEMPO-SPAZIO- RITMO DELLA NARRAZIONE
Ciascuna opera a carattere narrativo è delimitata da due coordinate fondamentali all’interno delle quali si muove la storia : il tempo ( che indica la successione e la progressione cronologica degli avvenimenti) e lo spazio ( che consente al lettore di definire l’ambiente in cui si svolge la vicenda).
IL TEMPO DELLA NARRAZIONE (Tempo del racconto o del discorso) non si presenta quasi mai nella durata reale ed effettiva degli avvenimenti, poiché il narratore scandisce a proprio piacimento i tempi del suo racconto, dilatando o accorciando sequenze. Dobbiamo quindi distinguere tra
- Il tempo del racconto, che è la durata della narrazione e non quella dei fatti narrati;
- Il tempo della storia, che è la durata reale dei fatti narrati.
Il tempo del racconto può dunque avere durata assai variabile ed essere scandito, proprio come un brano musicale, da un RITMO narrativo più veloce o più lento.
Per poter accelerare o dilatare il RITMO DELLA NARRAZIONE, il narratore ricorre ad alcuni artifici stilistici:
- L’Ellissi: consiste nella omissione di una serie di avvenimenti che si sono succeduti in un certo arco temporale, ritenuti poco utili ai fini della narrazione. Il ritmo della narrazione è accelerato.
- Il Sommario: consiste in una rapida sintesi degli avvenimenti. Il ritmo della narrazione è accelerato.
- La Digressione: è un particolare tipo di pausa narrativa inserita dal narratore, una deviazione dalla narrazione che ha lo scopo di fornire notizie aggiuntive su fatti e personaggi. Il ritmo della narrazione, in presenza di digressioni, appare rallentato.
- La Pausa: si ha in presenza di sequenze descrittive e sequenze riflessive. Il ritmo della narrazione appare rallentato.
- La Scena: si verifica quando c’è perfetta corrispondenza tra tempo della storia e tempo del racconto ( TEMPO DELLA STORIA= TEMPO DEL RACCONTO), e cioè in presenza di sequenze dialogate. Il ritmo della narrazione risulta rallentato.
LO SPAZIO : consente al lettore di definire l’ambiente in cui si svolge la vicenda e aiuta il lettore a percepire meglio le atmosfere delle storie, le azioni, le caratteristiche e gli stati d’animo dei personaggi; Gli spazi descritti in un testo possono essere interni (spazi chiusi) o esterni (spazi aperti); reali, realistici o fantastici.

E) AUTORE E NARRATORE. PUNTO DI VISTA

Un testo narrativo è un testo che si propone di raccontare una storia secondo un ordine (logico e cronologico) che è quello stabilito dal narratore. In un testo, tuttavia, la storia può essere raccontata dal PROTAGONISTA stesso (narrazione in I persona), da uno dei PERSONAGGI, oppure da un NARRATORE estraneo alla vicenda.
In un racconto dobbiamo distinguere: IL NARRATORE DALL' AUTORE DEL TESTO
 L’AUTORE corrisponde alla persona reale che ha composto l’opera.
 IL NARRATORE (VOCE NARRANTE) è colui che racconta la storia. Può coincidere o meno con l’autore del testo; può coincidere o non coincidere con uno dei personaggi della storia. Generalmente la voce narrante non coincide con l’autore, poiché esso è un artificio letterario, cioè un’invenzione dell’autore.
NARRATORE INTERNO – NARRATORE ESTERNO
Il narratore si dice interno(“omodiegetico”) quando partecipa, ha partecipato alla vicenda o ne è stato un semplice testimone e successivamente la racconta. Egli può coincidere con il protagonista dell’opera(narratore autodiegetico), oppure con uno dei personaggi della storia (narratore testimone). LA NARRAZIONE SI SVOLGE IN PRIMA PERSONA o anche in terza persona.
Il narratore si dice esterno (“eterodiegetico”) quando esso non partecipa e non ha partecipato alle vicende che racconta, non è uno dei personaggi, ma racconta gli avvenimenti dall’esterno, come una voce fuori campo. LA NARRAZIONE SI SVOLGE IN TERZA PERSONA.
Il narratore esterno può essere: IMPERSONALE o NASCOSTO (racconta astenendosi da qualsiasi commento); PERSONALE O PALESE(interviene nella narrazione con giudizi).

NARRATORE DI PRIMO GRADO-NARRATORE DI SECONDO GRADO
Talvolta può accadere che il narratore (interno o esterno alla storia) ceda la funzione di raccontare ad un’altra voce, costituita da uno dei personaggi o da un soggetto estraneo alla vicenda. Definiamo narratore di primo grado colui che inizia il racconto, narratore di secondo grado colui che la continua.

PUNTO DI VISTA O FOCALIZZAZIONE
Il narratore può presentarci la storia secondo tre diverse angolazioni. La prospettiva secondo la quale è presentata una storia si chiama PUNTO DI VISTA O FOCALIZZAZIONE.
Distinguiamo tre tipi di focalizzazione:
- FOCALIZZAZIONE ZERO: è L’OTTICA DEL NARRATORE ONNISCIENTE = che sa tutto (interno- esterno: A. Manzoni ne “I Promessi Sposi”).
Nel racconto a focalizzazione zero, il narratore sa tutto e vede tutto, più degli stessi protagonisti, conosce la storia passata, presente o futura, interviene spesso nella storia con digressioni, flashback e prolessi.
- FOCALIZZAZIONE INTERNA: è l’ottica del narratore che presenta i fatti secondo il punto di vista del protagonista o di uno dei personaggi; si tratta di una prospettiva parziale e ristretta. Il narratore può essere interno alla storia (molto spesso), oppure esterno.
- FOCALIZZAZIONE ESTERNA>: è l’ottica di un narratore esterno alla storia che si limita a registrare ciò che vede: le azioni, le parole, i dialoghi dei personaggi senza conoscere i loro pensieri, senza intervenire con giudizi e commenti personali.
F) TEMA MESSAGGIO CONTESTO
Il tema è l’argomento dominante di cui tratta il testo; Il messaggio indica qual è il significato del testo; ciò che il testo suggerisce al lettore; il contesto indica la collocazione cronologica dell’autore del testo, la tradizione letteraria di appartenenza dell’opera, il contesto storico, politico e sociale in cui si situa l’opera dell’autore.
G) TECNICHE NARRATIVE, LINGUA E STILE
gli scrittori hanno un personale modo di raccontare che si esprime mediante un particolare tipo di parole utilizzate, mediante il significato e l’espressività che sono attribuiti alle parole, mediante l’uso di figure retoriche e nel modo in cui sono strutturati i periodi.

STILE PARATTATTICO O IPOTATTICO. Stile paratattico: è uno stile semplice, chiaro e scorrevole, caratterizzato dalla prevalenza di periodi coordinati. La struttura sintattica della coordinazione contribuisce a determinare un ritmo narrativo incalzante, stringato, veloce. è lo stile narrativo che si è diffuso nel secondo dopoguerra. Stile ipotattico: è uno stile elaborato, caratterizzato dalla prevalenza di proposizioni subordinate con frasi lunghe e complesse Lo stile ipotattico conferisce alla narrazione un ritmo cadenzato, talora faticoso e di non semplice comprensione. E’ tipico dello stile classico; inoltre, se le proposizioni subordinate sono collegate dalla virgola, si dicono collegate per asindeto; se sono legate dalla congiunzione “e”, si dicono collegate per polisindeto.

COESIONE- COERENZA: La coesione riguarda la corretta concordanza degli elementi della frase mediante concordanze grammaticali (soggetto-verbo, sostantivo -articolo; ordine delle parole nella frase) e mediante i connettivi testuali (preposizioni, congiunzioni, avverbi,locuzioni avverbiali punteggiatura).
La coerenza riguarda i rapporti logici tra le varie parti del testo, e collega le informazioni del testo ad un tema dominante (idea centrale).
TIPI DI DISCORSO: discorso diretto, discorso indiretto (riferisce i pensieri facendoli dipendere da un verbo dichiarativo: dice che, dico che); discorso indiretto libero (il narratore riferisce i pensieri dei personaggi direttamente, senza introdurli da verbi dichiarativi); monologo interiore (il narratore entra nela mente di un personaggio e descrive ciò che il personaggio sta pensando); soliloquio ( il personaggio parla ad alta voce da solo; flusso di coscienza (è la registrazione dei pensieri dei personaggi in maniera alogica e irrazionale, così come si presentano; questa tecnica narrativa presenta un’assenza di punteggiatura.
FIGURE RETORICHE: sintattiche ( anacoluto, anadiplosi, asindeto, ellissi, iterazione, polisindeto); figure retoriche semantiche (accumulazione, climax, iperbole, ironia, litote, metafora, metonimia, reticenza, similitudine, sineddoche, sinestesia).
REGISTRO LINGUISTICO: registro aulico ( lessico colto e ricercato; sintassi complessa ed elaborata, con espedienti retorici e citazioni colte); registro formale(lessico preciso e ricercato, ma privo di fronzoli retorici; sintassi essenziale, chiara e rigorosa) registro medio ( lessico preciso ma non ricercato, la sintassi è corretta e scorrevole); registro basso, colloquiale e realistico (lessico generico e popolare, con inserti dialettali; sintassi semplice e talvolta scorretta, tipica del parlato quotidiano).

LA COMUNICAZIONE E I TESTI


Un TESTO, in generale, è un atto comunicativo che consente ad un EMITTENTE di trasmettere un MESSAGGIO al suo DESTINATARIO. Il testo è costituito, infatti, da un insieme di frasi collegate tra loro da una rete di rapporti. Tra i caratteri fondamentali del testo ricordiamo l'organicità e la compiutezza; il legame con una determinata situazione comunicativa , che dipende sia dagli obiettivi di chi produce il testo (l'emittente, che parla o scrive) sia dalle esigenze di chi riceve ( il ricevente, che ascolta o legge. Un testo può essere orale o scritto (una conversazione, una lezione, un articolo di giornale, una poesia, una romanzo).
Per comunicare, l’emittente utilizzerà un CODICE che può essere verbale o non verbale: i Codici verbali si affidano alle parole. Il Linguaggio verbale è, infatti, un codice organizzato di Segni ( ad es. le lettere dell’alfabeto) che può essere utilizzato sia in forma scritta che in forma orale. I codici non verbali si affidano a segni, che sono immagini, simboli, suoni. Tra i codici non verbali ricordiamo i Codici visivi e i Codici sonori. Vi sono, infine, i Codici misti, che impiegano parole insieme a segni di altro tipo, come il linguaggio dei fumetti - immagini e parole – il linguaggio della pubblicità – immagini, parole, suoni) e un CANALE ( cellulare, internet). L’intera comunicazione si svolgerà in un CONTESTO rispetto al quale il messaggio potrà fare riferimento.

I protagonisti della comunicazione
Il linguista russo Roman Jakobson (1896-1982) - uno dei grandi padri fondatori della Linguistica moderna insieme al linguista gineverino Ferdinand de Saussurre(1857- 1913) e al filosofo viennese Ludwig Wittgenstein (1898-1951) - ha elaborato uno schema che indica gli elementi costitutivi di un processo linguistico.
Nella elaborazione teorica di R. Jakobson, ciascun processo di comunicazione necessita di 6 elementi:
EMITTENTE -MESSAGGIO - DESTINATARIO – CANALE (contatto) - CODICE - CONTESTO.

[Oltre a R. Jakobson, ricordiamo in particolare il linguista ginevrino Ferdinand de Saussurre (1857-1913), il filosofo viennese Ludwig Wittgenstein (1898-1951). Ferdinand de Saussurre, agli inizi del 900, ha posto le basi della Linguistica moderna nel suo "Corso di Linguistica Generale" (1916) con l'esposizione teorica di due nodi concettuali: l'opposizione Significante/Significato e l'opposizione Langue/Parole. Questi concetti sono stati e restano alla base di tutti i successivi studi che a partire dalla Linguistica arrivano fino alle più recenti teorie che riguardano le Scienze della comunicazione].

I TESTI SI SUDDIVIDONO IN: TESTI LETTERARI E TESTI NON LETTERARI
I TESTI NON LETTERARI sono quelli a carattere pratico e pragmatico : sono quelli finalizzati a fornire informazioni al lettore, oppure a convincere e a persuadere (vedi, in particolare: testi descrittivi, espositivi, argomentativi, regolativi);
I TESTI LETTERARI sono quelli finalizzati a suscitare emozioni, sensazioni, stati d’animo; hanno lo scopo non tanto di persuadere, quanto di intrattenere e dilettare il lettore. Essi si suddividono in TESTI POETICI, TESTI TEATRALI, TESTI NARRATIVI ( FAVOLA E FIABA, NOVELLA, RACCONTO, ROMANZO).

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