martedì 10 dicembre 2013

L’ETA’ DELLA RAGIONE E DELLE RIFORME.


L’Illuminismo è un vasto movimento di pensiero che sorge in Europa nel Settecento, guidato da una spinta di rinnovamento che percorre tutta la società del tempo. Fu così chiamato perché nel suo metodo di ricerca
Si proponeva di indagare tutta la realtà sensibile con i soli “lumi” della ragione umana, indipendentemente da ogni dogmatismo, da ogni principio di autorità, ma anche aldilà di implicazioni moralistiche o metafisiche. E’ dunque la RAGIONE la sola fonte di guida per il metodo di ricerca.
L’Illuminismo si proponeva di rischiarare le menti degli uomini al fine di emanciparli dall’ignoranza, dalla superstizione, da tutta la precedente tradizione culturale basata sul principio di autorità ed infondere la piena fiducia nelle proprie capacità intellettive di creare la storia e condizionare gli eventi.. 1- Il carattere principale dell’Illuminismo è dunque la FEDE ASSOLUTA NELLA RAGIONE. La ragione rappresenta per l’Illuminismo l’unico strumento di indagine della realtà sensibile: è questa la dote che accomuna gli uomini di ogni luogo e tempo; essa permette di giungere a certezze universali e inconfutabili operando indipendentemente da ogni autorità, senza vincoli metafisici, teologici o moralistici. C’è, dunque grazie alla guida della ragione, la fiducia assoluta nella capacità di progresso della società civile.
A tal proposito, l’illuminismo non si occupa di tematiche che esulano dal controllo della ragione, come il problema dell’esistenza di Dio o del destino dell’uomo dopo la morte.
L’uomo e la ragione umana assumono nuovamente un posizione centrale all’interno dei dibattiti culturale e filosofici del tempo: l’uomo è posto di nuovo al centro dell’universo.
La natura è concepita fondamentalmente come una forza benigna e razionale: natura e civiltà coincidono. La natura inoltre è rischiarabile: spetta al’uomo il compito di investigarla al fine di cogliere l’ordine intrinseco delle cose, le leggi fisiche che sottendono all’evoluzione naturale. L’illuminismo è un movimento di pensiero che prelude alla prima Rivoluzione industriale e che si auspica che grazie al progresso della tecnica si possa giungere a condizioni di vita più tollerabili per più larghi strati sociali.
2- Altro carattere dell’illuminismo è IL PROCESSO AL PASSATO E ALLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA. Gli illuministi sottopongono a processo tutta la storia del passato e della società del Settecento per individuare le cause di tante aberrazioni, di tante ingiustizie sociali, di fanatismi e pregiudizi, tutti mali che hanno allontanato l’uomo da quella felicità originaria che lo contraddistingueva quando egli viveva ancora nello stato di natura, all’origine dei tempi.
Gli Illuministi individuano le cause dei conflitti sociali e delle ingiustizie contemporanee nella
- Tirannide spirituale esercitata dalla Religione e dalla Chiesa;
- Tirannide politica dei Principi

La Religione è concepita in un’accezione estremamente negativa, come uno strumento secolare di oppressione nelle mani della Chiesa e del Clero, di asservimento e sfruttamento dei popoli mediante il deterrente delle pene infernali, della scomunica e della dannazione eterna: motivi di cui si è servita la Chiesa fin dal Medioevo per esercitare il proprio potere temporale, oltre che spirituale.
Sul piano religioso gli Illuministi abbandonano la dottrina tradizionale: il Teismo, basato sulla fede in un solo Dio creatore e governatore del mondo, personale e trascendente, pronto al castigo e alla punizione (vedi Filosofia aristotelico-tomistica, Dante).
A seconda della nazione in cui l’Illuminismo si sviluppò, abbiamo atteggiamenti diversi: si va dal
- DEISMO (Inghilterra inizi ‘700), teoria filosofico-religiosa che ammette l’esistenza di un dio come principio trascendentale dell’universo, concepito come forza naturale al di fuori dei dogmi e della rivelazione.
- ATEISMO MECCANICISTICO, diffuso principalmente in Francia e sostenuto da filosofi e scienziati materialisti. I filosofi illuministi, ricollegandosi agli importanti risultati tecnici ottenuti grazie al progresso della Meccanica quale parte della Fisica che studia il movimento e l’equilibrio dei corpi, sostenevano come la Natura e anche l’uomo ( inteso come corpo di sola materia pensante) fossero governati da rigorose leggi matematiche, inesorabili e universali; nulla avviene a caso, poiché la Natura funziona secondo leggi proprie che sono del tutto disgiunte dalla Religione e da Dio. L’uomo partecipa al movimento universale della Natura, è anch’esso costituito da atomi ed è dotato di materia pensante: la Ragione.
A proposito dei regimi assoluti e della tirannide politica esercitata dai principi, gli Illuministi polemizzano contro il principio dell’origine divina del potere regale. Il potere dei principi è origine umana ed è di natura contrattuale: esso è il risultato di un contratto (Pactum unionis) tra Principi e Popolo allo scopo di salvaguardare la giustizia. Nel momento in cui i Principi vengono meno a questo patto, il Popolo ha il diritto di riprendersi il potere ad essi delegato.
3- Sul PIANO POLITICO-SOCIALE, l’Illuminismo condannò l’assolutismo monarchico, nonché gli antichi privilegi feudali propri del Clero e dell’aristocrazia. L’Iluminismo proclamò ideali di giustizia sociale, di libertà, di uguaglianza, di fraternità universale; sebbene questi ideai fossero propugnati dalla borghesia capitalistica che mirava ad un’ascesa sociale sostituendosi nell’esercizio del potere alla Chiesa e all’aristocrazia ( ceto ormai immobile e parassitico), essi erano avvertiti come valori eterni e inalienabili, destinati a rappresentare il fondamento di ogni democrazia. A tal proposito l’Illuminismo può essere considerato un prodotto della cultura borghese , perché della borghesia rappresentò le aspirazioni e gli interessi, tuttavia conteneva in sé la carica dirompente e rivoluzionaria che avrebbe condotto a importanti conquiste sociali. Basti pensare all’Illuminismo giuridico, che si manifestò nella elaborazione di un nuovo metodo di concepire i rapporti tra Stato e Individuo; in campo giuridico si fissarono principi fondamentali, quali la categoria dei “diritti naturali”, il principio inalienabile di libertà, la sovranità popolare, la divisione dei poteri dello Stato, l’abolizione della pena di morte e della tortura.
Stabilita la pars destruens, cioè tutti gli aspetti della storia antica e moderna che andavano rigettati perché considerati turpi e dannosi per la società:
-la tirannide esercitata dalle monarchie assolute
-la tirannide esercitata dalla religione e dalla Chiesa
- i privilegi detenuti dal clero e dall’aristocrazia,
gli Illuministi prospettano una “pars instruens” e postulano una fiducia entusiastica nei confronti della ragione e de sue illimitate capacità, certi di poter creare un società nuova, più libera e progredita, fondata su principi di libertà, uguaglianza, fraternità.
4- In campo letterario, l’Illuminismo coltivò una nuova concezione della letteratura. In questo progetto ottimistico di riformare la società grazie ai lumi della ragione, la LETTERATURA ASSUME UNA FUNZIONE DIDASCALICA divenendo uno strumento di propaganda e di divulgazione di ideali di vita superiori in tutti gli strati sociali. La Letteratura, e in generale la cultura, è concepita mezzo di elevazione della dignità umana, valore che contribuisce alla restaurazione della coscienza civile. L’Illuminismo non rigettò la tradizione classicistica con il suo culto della bella forma, la ricerca di uno stile raffinato, chiaro e levigato, tuttavia, riprendendo la poetica oraziana dell’utile dulci, per cui la letteratura doveva assumere anche una valenza sociale, giunse all’elaborazione di una letteratura che potesse confrontarsi con le “cose”, con gli oggetti della realtà presente, superando i limiti di un classicismo stucchevole e vuoto di contenuti.


Altre sfumature dell’Illuminismo sono:
il cosmopolitismo (=uomo cittadino del mondo, in virtù di una fraternità universale che deve sostenere gli individui in una comune lotta contro tutte le forme di tirannide; tale impegno fu detto anche filantropismo o umanitarismo), il mito del buon selvaggio, l’antistoricismo; quest’ultimo aspetto è stato respinto dalla moderna critica letteraria: se è vero che gli illuministi hanno sottoposto a processo tutta la storia passata densa di eventi aberranti e riprovevoli (cfr. il giudizio sul Medioevo), tuttavia hanno giudicato questo stesso passato non incontrastabile, poiché l’uomo moderno, grazie alla ragione, può modificare il corso degli eventi e lottare per un futuro migliore. LA STORIA È VISTA DAGLI ILLUMINISTI COME IL FRUTTO DEL CAMMINO DELLA CIVILTÀ, COME UNO SVOLGIMENTO UMANO CHE SCATURISCE DALLE SCELTE DELL’UOMO.













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